Giuro che non vi parlerò di buoni propositi, non ne ho ;-), ne di piatti light post abbuffate, già dimenticate. Ma, con questo primo post del 2016, vi presento il nuovo vestitino del mio blog!
L’ho tanto desiderato, la “signora tupputa” è stata congedata ( non mi somigliava per niente!!), ed abbiamo dato un’ aria nuova e fresca, all’angolo virtuale dei miei 3mq di cucina…
Per questo, vanno i miei ringraziamenti a Ljuba Daviè per quanto riguarda la parte web, onore alla sua serietà e grande professionalità, alla dolcissima e paziente Barbara per lo studio del logo ed alla mia bimba Marzia, per le belle foto che è riuscita a farmi ( non ci sono ancora, ma appena pronte le pubblicherò!), nonostante fossi la persona meno fotogenica e ben disposta del mondo. Ma lei è una fotografa capace a farti sentire a tuo agio, bravissima nel suo lavoro. Un talento naturale in tutto quel che fà, ma che ve lo di a fare, sbirciate il suo blog e capirete!
A loro:
Grazie, grazie e grazie!!
Ed ora impastiamo. Si, il mio 2016 è iniziato con le mani sporche di buona farina, e timer sparsi a ricordarmi quale dei tre impasti avviati aveva bisogno della mia attenzione. C’è stato un momento in cui, mi sono chiesta, come facessero i genitori di gemelli a star dietro alle simultanee esigenze, a loro va tutta la mia ammirazione. Ma iniziare l’anno con l’odore di farina e pane caldo per casa, mi è sembrato il miglior buon auspicio che si potesse avere. Come, se non di più, del bacio sotto il vischio, dei dodici chicchi d’uva, lenticchie e mutande rosse!
I miei “tre neonati”, erano tre tipi di pane diversi, avevo voglia di sperimentare qualche ricetta del libro di Emmanuel Hadjiandreou, di cui vi dico subito, uno è miserabilmente finito in pattumiera, non per colpa di Hadjiandreou, le sue ricette sono perfette e ben spiegate, ma per una pasta di lievito madre essiccata, di questo insuccesso vi parlerò in un futuro post. Per ora condividerò con voi uno dei due pani andati a buon fine, un pane arricchito con noci ed uvetta, la ricetta originale prevedeva l’impiego di noci pecan che avevo, ma che non hanno superato la prova assaggio pre-impiego…forse erano da troppo tempo in dispensa, o semplicemente erano già vecchie ancor prima di comprarle. Ho ripiegato sulle noci piccole, brutte ma italianissime del mio contadino di fiducia, Giovanni di Porta Palazzo.
Ingredienti:
200 g di farina per pane ( io ho usato Garofalo)
50 g di farina integrale ( sempre Garofalo )
35 g di uvetta
35 g di noci
1 cucchiaino di sale
3 g di lievito fresco
180 ml d’ acqua calda
In una ciotola unite le farine ed il sale, in un’altra ciotola, che deve essere un po’ più grande, versate l’acqua calda e sciogliteci il lievito. A questo punto unite le farine ( ingredienti secchi) agli ingredienti umidi ( acqua e lievito) mescolate con un cucchiaio di legno e poi con le mani fino ad ottenere un’ impasto. Coprite servendovi della ciotola vuota degli ingredienti secchi, e lasciate riposare 10 minuti. Trascorso il primo riposo, riprendete l’impasto ed iniziate la lavorazione alla Hadjiandreou che ora vi spiego, sperando di essere chiara.
Innanzitutto incorporate l’uvetta e le noci impastando delicatamente, ed iniziate la lavorazione del pane nel seguente modo: tirate un lembo d’impasto e premetelo verso il centro, facendo girare leggermente la ciotola in senso orario, ripetete l’operazione con un altro pezzo d’impasto, e cosi via man mano per 8 volte ( confesso, che alle volte lo faccio anche in 9 volte…) il tutto dovrebbe durare una decina di secondi. A questo punto l’impasto dovrebbe iniziare a porre un minimo di resistenza, e non vi preoccupate troppo se l’uvetta e le noci non vi sembrano del tutto incorporate, lo saranno sempre di più nelle lavorazioni successive. Lasciate riposare 10 minuti coperto. Questa operazione dovete ripeterla per 3 volte, l’ultima delle quali il riposo si allungherà ad 1 ora. Quando l’impasto è raddoppiato di volume, sgonfiatelo con un pugno al centro, versatelo su di un piano ben infarinato formate un filoncino con l’estremita appuntite, spolverate con della farina il pane ed incidetelo con delle linee diagonali sulla superficie, servendovi di un coltello seghettato, e facendo attenzione a non andare troppo in profondità. Trasferite il filoncino su di una teglia, foderata con della carta per forno, coprite con un canovaccio pulito e lasciate lievitare per un’ora fino al suo raddoppio. Circa 20 minuti prima, preriscaldate il forno a 240°C, inserite una teglia al fondo del forno e preparate una tazza d’acqua che terrete da parte. Quando l’impasto e giunto al termine della lievitazione, abbassate il forno a 200°C, versate la tazza dell’acqua nella teglia che avrete messo sul fondo, infornate il pane e lasciatelo cuocere per 30 minuti finchè non è bello dorato, provate la cottura battendo le nocche sul fondo del pane, se suona a vuoto il pane è cotto alla perfezione. Sfornate e deliziatevi del suo profumo, ed in seguito del suo sapore…
Bene, ce l’ho fatta.
Panicoprimopostsuwordpress, superata!
Nel frattempo che il post è pubblicato, spero superi anche la severissima supervisione di Ljuba…io ce l’ho messa tutta, ma proprio tutta!
Alla prox!
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